Dopo l’anno mille una vera e propria frenesia di movimento si impadronisce dell’occidente. Il mondo feudale ormai in crisi vede sorgere un rigoglio di vita economica e culturale, in cui la strada è protagonista, a partire dalle tre grandi vie di pellegrinaggio: La Francigena, Santiago e Gerusalemme. Qui si incontrano i contadini in cerca di terra, i mendicanti, i pellegrini, i predicatori itineranti, i primi mercanti, i cantastorie delle fiere da cui nasceranno le chansons de geste.
E le deviazioni erano infinite. Marc Bloch ha osservato come “Nel Medioevo la circolazione non si incanalava seguendo qualche grande arteria, ma sì distribuiva capricciosamente in una moltitudine di piccoli canali”. Così la via Francigena, che da Canterbury portava a Roma, nel valicare le Alpi trovava una variante, percorribile anche in inverno, la via Francisca novarese, tra il Sempione e Mortara, a sua volta diramantesi in tanti altri sentieri.
Eugenio Imperatori nel riportare in vita questi percorsi millenari si è fatto archeologo e storico, geografo e topografo, ha installato una segnaletica e ha interagito con le amministrazioni perché il percorso, come tutti i percorsi storici, venisse accreditato.
Sarà questa l’argomento della conversazione con cui ci intratterrà sulle vie del medioevo.
Per la Scighera Walter Scotti.