Se le informazioni che i mass-media dedicano ai curdi sono legate soprattutto alla lotta militare contro l'ISIS, a partire dalla resistenza di Kobane, raramente si soffermano su come è organizzata la società in Rojava, la regione a maggioranza curda nel nord e nord-est della Siria, autonoma de facto e caratterizzata negli ultimi anni da una vera e propria rivoluzione sociale.
Democrazia diretta, parità di genere e laicità: a parte l'estremismo religioso del Califfato, nessuno di questi valori è presente nelle nazioni dell'area (e di gran parte del mondo), eppure nel Rojava sembra siano diventati la realtà quotidiana.
È un cambiamento che parte dall'alto, addirittura dal leader in prigione Abdullah Ocalan affascinato dalle letture di Murray Bookchin, ma che ha evidentemente trovato nella società curda siriana un terreno fertile.
Nel marzo del 2005, la Dichiarazione del confederalismo democratico in Kurdistan di Ocalan sollecita tutti i guerriglieri a creare delle assemblee municipali con l'obiettivo di formare una grande confederazione che si estenderebbe a tutte le regioni curde di Siria, Iraq, Turchia e Iran, unite da una base comune di valori fondati sulla difesa dell’ambiente, il rispetto del pluralismo religioso, politico e culturale e l’uguaglianza di genere a tutti i livelli della società.
È una situazione che sta suscitando entusiasmo, da Zerocalcare che gli ha dedicato gli ultimi lavori a David Graeber, che ha paragonato la situazione alla Spagna del 1936, fino alle diverse componenti libertarie internazionali. Stasera ne vorremmo parlare nella Pianta Anarchica, per comprendere com'è la situazione e per inquadrarla in quello che sta succedendo nell'area e nelle sue potenziali prospettive.
Saranno presenti Mubin Dunen, della comunità curda a Milano, e Giovanni Parigi, docente di Mediazione Linguistica e Culturale (cultura Araba) dell'Università degli Studi di Milano.